L’agente della riscossione non può determinare i valori venali in comune commercio delle aree fabbricabili

In tema di imposta comunale sugli immobili l’attribuzione di determinare periodicamente e per zone omogenee i valori venali in comune commercio delle aree fabbricabili, non è delegabile all’agente della riscossione, neppure se gli sia stata congiuntamente affidata l’attività di accertamento. La determinazione per zone omogenee dei valori venali in comune commercio delle aree fabbricabili, operata dal concessionario dell’accertamento in luogo dell’Ente impositore, cui spetta, è affetta da nullità che si propaga agli atti impositivi successivi e dipendenti. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con l'ordinanza n. 11069 del 19 aprile 2019. IL FATTO La Commissione tributaria regionale del Lazio, confermando la decisione di primo grado, ha rigettato il ricorso proposto da una contribuente avverso cinque avvisi di accertamento per ICI relativi, rispettivamente, agli anni 2005, 2006, 2007, 2008 e 2009, emessi dalla concessionaria dell’Ente impositore. Nel ricorso per cassazione, la contribuente ha eccepito la carenza del potere del concessionario della riscossione di determinare il valore venale medio zonale delle aree edificabili. LA DECISIONE DELLA CORTE DI CASSAZIONE La Corte di Cassazione ha accolto la doglianza. La Ctr in proposito aveva sostenuto che, a termini dell’art. 52 del d.lgs. 15 dicembre 1997, n. 446 «tutti i poteri dell’Ente locale sono delegabili» al concessionario e che, nella specie, in virtù del «disciplinare [...] presente in atti» approvato dal Comune, risultava validamente demandato al concessionario della riscossione anche il potere della determinazione del «valore venale medio» delle aree fabbricabili per zone omogenee, previsto dall'art. 59, comma i, lett. g), del d.lgs. 15 dicembre 1997, cit. Tuttavia, gli Ermellini osservano come la legge attribuisca il potere in parola esclusivamente all’Ente impositore; inoltre prescrive che il relativo esercizio sia attuato mediante lo strumento regolamentare. Epperò la carenza di alcuna disposizione che abiliti il comune a delegare il potere de quo all’agente della riscossione e, soprattutto, la tipizzazione delle forme del relativo esercizio (scilicet: mediante la estrinsecazione della potestà regolamentare dell’ente territoriale) conducono a escludere la possibilità della attribuzione del potere medesimo al concessionario. Sicché è piuttosto costui, quando gli sia affidata l’attività di accertamento, che deve conformarsi alla determinazione, per zone omogenee, del valore venale delle aree fabbricabili stabilita dal comune concedente. La rilevata carenza di potere del concessionario comporta la nullità degli avvisi di accertamento impugnati in relazione alla determinazione del valore imponibile dell’immobile litigioso (e alla conseguente liquidazione del tributo) siccome operata sulla base della illegittima determinazione del valore zonale delle aree fabbricabili.

L’agente della riscossione non può determinare i valori venali in comune commercio delle aree fabbricabili

L’attribuzione di determinare periodicamente e per zone omogenee i valori venali in comune commercio delle aree fabbricabili, non è delegabile all’agente della riscossione, neppure se gli sia stata congiuntamente affidata l’attività di accertamento

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