Accertamento catastale mediante procedura DOCFA: basta il mero richiamo alla valutazione tecnica

L'avviso di accertamento con il quale l’Amministrazione intende rettificare la proposta di variazione di classamento e rendita, avanzata dal contribuente con la procedura DOCFA, deve essere adeguatamente motivato, ossia deve contenere le specificazioni relative alle valutazioni, se compiute su elementi diversi da quelli indicati dal proprietario dell’immobile. Diversamente, se il provvedimento è basato su una differente valutazione tecnica di quanto indicato nella DOCFA, è sufficientemente motivato con il mero richiamo degli stessi. A precisarlo è la Corte di Cassazione con la sentenza n. 31586 depositata il 4 dicembre 2019. IL FATTO I proprietari di quattro unità immobiliari, a destinazione ordinaria, presentavano all’Agenzia del territorio la dichiarazione di variazione del classamento catastale secondo la procedura DOCFA, a norma della legge 75/1993 e del Dm 701/1994. In seguito l’Ufficio, dopo aver compiuto un sopralluogo, rettificava i dati indicati dai contribuenti per alcuni immobili determinandone così una differente rendita catastale. Tale provvedimento veniva immediatamente impugnato innanzi alle Commissioni Tributarie, al fine di ottenerne l’annullamento sul presupposto dell’assenza della motivazione. Tuttavia, i giudici di merito ne rigettavano le doglianze, ritenendo legittimo e sufficientemente motivato l’atto notificato. Avverso detta decisione la difesa di alcuni proprietari proponeva ricorso in Cassazione, rappresentando fra l’altro, la violazione del diritto alla difesa, a seguito della mancanza della spiegazione dei motivi posti alla base della rettifica dei valori catastali. LA DECISIONE DELLA CORTE DI CASSAZIONE La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dai contribuenti. In via preliminare, i giudici di legittimità asseriscono che l’atto con il quale l’Amministrazione finanziaria intende rettificare i valori presentati dal contribuente mediante la procedura DOCFA, deve contenere un’adeguata motivazione, anche se meramente sommaria, necessaria per individuare i possibili confini della futura controversia. L’Ufficio, prosegue la Corte, non può limitarsi a comunicare il classamento che ritiene adeguato, ma deve anche fornire gli elementi, sulla base dei quali la proposta avanzata dal contribuente deve essere respinta. Tale principio, però, incontra un limite consistente nella tipologia dei dati in base ai quali l’Ufficio assume le proprie determinazioni. Se si tratta solo degli elementi indicati dal contribuente e la discrasia deriva solo da una mera valutazione tecnica del valore economico, allora l’obbligo motivazionale può considerarsi assolto con la mera indicazione dei dati oggettivi e della classe attribuita. Diversamente, se le differenti conclusioni dell’Amministrazione poggiano anche su dati diversi da quelli forniti dal proprietario dell’immobile, la motivazione dovrà essere più approfondita e specifica in ordine alle differenze riscontrate, per garantire il pieno esercizio della difesa del contribuente e per delimitare l’oggetto di un eventuale contenzioso. Nel caso di specie, nel provvedimento notificato ai contribuenti, l’Ufficio aveva effettuato il richiamo degli elementi tecnici ritenuti essenziali ai fini della valutazione e rideterminazione della classificazione e rendita catastale, in quanto si trattava di una mera valutazione di natura tecnica. Da qui il rigetto del ricorso.

Accertamento catastale mediante procedura DOCFA: basta il mero richiamo alla valutazione tecnica

L'avviso di accertamento DOCFA in contrasto alla proposta del contribuente è sufficientemente motivato anche se riporta solo i dati tecnici essenziali

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