Sospensione estiva del Fisco: dal 1° settembre ripartono atti e termini

Il mese di agosto ha confermato la consueta “tregua fiscale”, durante la quale l’Amministrazione finanziaria non può notificare, salvo urgenze e casi indifferibili, una serie di comunicazioni ai contribuenti. Restano però esclusi dal congelamento i versamenti, come dimostra la scadenza del 20 agosto per IVA, ritenute e imposte da dichiarazione. Il meccanismo si fonda su più pilastri normativi: la sospensione feriale dei termini processuali (art. 1, legge n. 742/1969), che riguarda anche il contenzioso tributario; la disciplina prevista dall’art. 10 del D.Lgs. n. 1/2024, che ha esteso lo stop ad agosto e dicembre per l’invio di comunicazioni fiscali; la sospensione speciale dal 1° agosto al 4 settembre per la trasmissione di documenti e i pagamenti derivanti da controlli (art. 7-quater, commi 16-18, D.L. n. 193/2016). Atti sospesi e ripresa dal 1° settembre Durante i mesi di agosto e dicembre, l’Agenzia delle Entrate non può inviare: comunicazioni da controlli automatizzati (art. 36-bis, DPR n. 600/1973 e art. 54-bis, DPR n. 633/1972); comunicazioni da controlli formali (art. 36-ter, DPR n. 600/1973); esiti di liquidazione delle imposte a tassazione separata (art. 1, comma 412, legge n. 311/2004); inviti al ravvedimento spontaneo e lettere di compliance (art. 1, commi 634-636, legge n. 190/2014). La sospensione, tuttavia, non è assoluta: restano possibili gli invii connessi a reati tributari, a esigenze di tutela della riscossione o di rispetto dei termini di decadenza e prescrizione (circolare n. 9/E del 2 maggio 2024). Dal 1° settembre le comunicazioni riprendono a pieno ritmo, con un margine di ulteriori 4 giorni di sospensione per la consegna di documenti e i pagamenti legati ai controlli. Il paradosso degli invii “last minute” La ratio della riforma è quella di garantire certezza e riposo ai contribuenti. Tuttavia, la prassi degli uffici fiscali sembra contraddire tale intento: come già nel 2024, anche quest’anno i professionisti hanno ricevuto negli ultimi giorni di luglio una mole consistente di: comunicazioni di irregolarità per le dichiarazioni 2023 (anno d’imposta 2022); avvisi relativi agli ISA; liquidazioni di tassazione separata sul TFR erogato nel 2021. Formalmente corretto, ma sostanzialmente in contrasto con lo spirito della sospensione, questo modus operandi obbliga professionisti e contribuenti a lavorare anche nel mese di agosto per rispettare i termini di risposta. Un equilibrio ancora imperfetto La sospensione estiva del Fisco resta un istituto utile, che tutela i diritti dei contribuenti e riduce la pressione burocratica nei mesi di chiusura delle attività. Tuttavia, il combinato disposto tra norme e prassi amministrativa solleva dubbi sull’effettiva portata della misura. Se da un lato è evidente lo sforzo di armonizzare i termini e alleggerire i carichi estivi, dall’altro la concentrazione di invii a ridosso del 31 luglio rischia di tradursi in un aggravio operativo. La sensazione è che la riforma, pur rafforzata dal D.Lgs. n. 1/2024, non abbia ancora trovato il giusto equilibrio tra esigenze organizzative dell’Amministrazione e diritto al riposo dei contribuenti. Una sfida aperta, che si riproporrà anche nei prossimi anni.

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